
Terre di Vite 2011 Castello di Levizzano (Mo)
La passione per il vino ti travolge. S’insinua in te come un batterio dei cui effetti tu, portatore sano, ti accorgi a distanza di anni. Così dopo le prime bottiglie amate con parenti piemontesi oppure sardi ho pensato di cominciare a studiare. Sommelier, master di analisi sensoriale, master specifici, degustazioni senza mai eleggere alcuna guida se non i miei sensi e il dogma dell’apertura mentale. Non ho maestri, anzi ne ho molti. Non appartengo ad un partito, se non a quello degli amanti. Alle passeggiate fra le vigne unisco gli eventi che posso. E’ ad uno di questi che ho conosciuto Barbara Brandoli. Terre di Vite è emozionante ed ho deciso di saperne di più.
Simone Revelli
Ciao Barbara.
Ciao Simone.
Perché Terre di Vite?
Terre di Vite nasce dall’esperienza fatta con la mia Ass. Culturale Divino Scrivere, a un certo punto abbiamo sentito l’esigenza di creare una manifestazione che racchiudesse tutto il percorso e che potesse essere vissuta (e in un certo senso anche creata) sia dai produttori di vino che dagli appassionati. Nasce comunque dal sogno iniziale di unire l’arte al vino, due mondi solo apparentemente distanti ma che, in realtà, hanno tantissimi punti in comune. Primo fra tutti, la capacità di indurre le persone ad una riflessione più profonda, oltre al senso necessario della convivialità e dello stare insieme.
Non ti pare che negli ultimi anni si assista ad un’eccessiva proliferazione di “eventi”, che rischia di diminuirne l’impatto? Essere presente a tutti questi happening è quasi un lavoro, e un appassionato è obbligato a scegliere.
Sì, io e i miei collaboratori ci pensiamo spesso, è vero ce ne sono molte di manifestazioni enologiche e alcune si assomigliano. A noi piace pensare a Terre di Vite come qualcosa di diverso nel panorama degli eventi che promuovono il vino, la nostra logica non è mai stata e mai sarà commerciale. Prima di pensare a quali produttori invitare, noi pensiamo al tema conduttore della manifestazione, pensiamo agli artisti da coinvolgere, ai convegni da organizzare. Solo quando ci è chiaro l’obiettivo e solo quando siamo convinti che possa avere una valenza sociale utile, allora procediamo con la parte organizzativa pratica. L’appassionato è sempre obbligato a scegliere, Terre di Vite è chiaramente diversa , non a tutti piace perchè non a tutti interessano gli approfondimenti, la musica e l’arte in generale. E’ normale e naturale che sia così, noi non ci sentiamo “migliori” ma rivendichiamo il tanto lavoro che c’è a monte, una preparazione che è fatta dal coinvolgimento di tantissime persone e dal confronto continuo.
A proposito di produttori, con che criterio li scegliete?
I produttori di Terre di vite sono accomunati da valori umani, culturali ed etici che vanno oltre il doveroso rispetto dell’ambiente e che consentono loro di dare vita a vini di livello qualitativo indiscutibile. Tra di loro ci sono nomi di prestigio internazionale, ma anche giovani che si stanno imponendo all’attenzione della critica e degli appassionati per il loro lavoro. Cerchiamo, volta dopo volta, di offrire al pubblico una panoramica di territori e denominazioni quanto più possibile ampia.
Sognamo. Se non avessi limiti di budget o di tempo, cosa aggiungeresti a Terre di Vite?
Terre di Vite è un grande contenitore di idee, di passioni e di professionalità artistiche che si susseguono. Se ci penso ogni volta aggiungerei qualcosa, ma, quello che realmente manca è il tempo per far sì che il pubblico possa usufruire del programma artistico e dei convegni. Facciamo spesso degli esperimenti in quel senso, cerchiamo di ottimizzare gli spazi, testiamo gli orari per poter offrire agli appassionati il tempo giusto per la degustazione ai banchetti dei produttori e le pause per poter assistere ad un convegno o ad una performance musicale. Aggiungerei il fattore tempo, in due giorni è tutto molto concentrato e ci impone spesso di fare i salti mortali a livello organizzativo.
Qualche anticipazione sull’edizione 2012?
Ci stiamo già lavorando, stiamo pensando al tema e a come svilupparlo al meglio, la location sarà sempre il Castello di Levizzano in provincia di Modena, il periodo quello autunnale.
I temi degli anni scorsi quali sono stati?
La prima edizione, presso le Cantine del Castello Conti, il tema era il rapporto tra vino e poesia. Poi Levizzano 2010: “Produrre, commerciare, consumare in modo etico e sostenibile – Il mondo del vino di fronte alla sfida della decrescita”, a Buronzo: “La multicultura” e Levizzano 2011: “La donna”(intesa come approccio femminile alla vita).
2012: la Crisi… (?)
Il tema di Terre di Vite 2012 potrebbe anche essere “La Crisi” se vista come momento di consapevolezza da parte dei consumatori (oltre che dei produttori) per un ritorno al valore reale delle cose. La crisi può essere un’opportunità solo se contiene in sè un senso rivoluzionario che guarda alla verità e quindi toglie gli orpelli e gli accessori che spesso hanno fatto la differenza nelle vendite del vino. Non deve frenare gli acquisti di vino, deve renderli consapevoli premiando il lavoro dei produttori che hanno sempre lavorato con onestà, con etica e per la salvaguardia del territorio a dispetto delle logiche del marketing e delle facile scorciatoie.
Dobbiamo riappropriarci delle cose vere, è un nostro diritto e nella crisi questo diritto acquisisce non solo il senso di “scelta” ma anche di solidarietà con un mondo che ha sempre lavorato per il bene della comunità.
(Simone Revelli intervista Barbara Brandoli, 16 Gennaio 2012)